Com’è nato “La preghiera semina vita”, il libretto edito dalle Edizioni Palumbi? Le parole del titolo sono di Papa Francesco; durante una catechesi a maggio 2020 – la pandemia era nelle sue prime e feroci fasi, noi eravamo a pochi giorni dalla fine del primo grande lockdown – il Papa ricordava a tutti noi l’importanza della preghiera. In quei momenti in tanti hanno ripreso a pregare, a trovare del tempo per meditare.
E ora?
Questo libretto è nato notando che i più piccoli della mia comunità – finalmente tornati in parrocchia – avevano bisogno come di una piccola bussola per unirsi con gioia alla comunità in preghiera; a Messa, soprattutto, gli mancavano proprio le parole e alcuni gesti per partecipare (ti faccio sorridere un attimo: i più piccoli mi danno la benedizione alla fine della Messa imitandomi nel Segno della Croce).
Non c’è stato tempo, sono saltati i “passaggi tradizionali” di trasmissione della fede, la situazione della pandemia ha aggravato il tutto … insomma, ho pensato che dovevo far qualcosa. Di piccolo. Per loro. Non c’era in mente di farne un libro. Ma poi … le vie del Signore sono davvero infinite.
Il libretto è diviso in tre parti: la prima è dedicata ai testi delle “prime” preghiere (dal Segno della Croce alla “Salve Regina”), la seconda, invece, si sofferma sulla partecipazione alla Santa Messa ed offre qualche piccola dritta per “unirsi con gioia alla comunità che prega”. Nella terza parte sono riportate le formule di “Atto di dolore” presenti nel Rito della Penitenza (domanda da un milione di punti: come cominci l’Atto di dolore quando il sacerdote te lo chiede durante la confessione? Non dirai mica il titolo “Atto di dolore”? 🙂 ).
Questo sussidio – ho scritto nell’introduzione del libretto – “vuole aiutarti – anche con l’aiuto dei più grandi – a scoprire e fare tue le parole con cui la tua comunità si rivolge al Signore. Potrai usare questa bussola anche per pregare quando sei a casa con la tua famiglia. E ricorda … la preghiera non è mai una perdita di tempo o la scusa per non occuparsi degli impegni che abbiamo nella vita quotidiana.
La preghiera, invece, è la via più sicura per avere il cuore rivolto a Dio e per portare avanti nel miglior modo possibile i nostri impegni.
Pregare! Perché ripartire proprio da qui? Perché “la preghiera non è tutto, ma tutto deve partire da lì” (A. Gasparino), perché la preghiera, l’ascolto di Dio ci permette di avere una visione chiara sulla Storia, perché ci permette di ritrovare noi stessi nell’incontro con Dio. Perché quando si prega si può rispondere – anche in mezzo alla fatica, all’ingratitudine, all’insuccesso, all’incomprensione – alla domanda “chi me l’ha fatto fare?”. Senza preghiera il nostro cammino … perde l’anima.
Con questo libretto ho cercato di condividere con i più piccoli le parole del cuore.
“Le nostre vite sono piene. Ci sono cose da fare, persone da incontrare, attività da seguire. Vogliamo essere occupati a tempo pieno, sapere che, poiché siamo persone impegnate, qualcosa di importante sta avvenendo nella nostra vita. E se non siamo occupati siamo perlomeno preoccupati in ansia per cose che non sono ancora successe o per cose già accadute. Riempiamo il nostro spazio interiore di preoccupazione per cose che potrebbero accadere e di rimorso per cose che sono già accadute. E sotto la preoccupazione e il rimorso c’è una profonda paura degli spazi vuoti“. (H. Nouwen, Una spiritualità per la vita, p.14) … e ci riempiamo di social, di cose da fare per non sentire l’affanno del nostro cuore.
Se il mio cuore è già tutto occupato, riuscirò a creare uno spazio per Dio? E allora, perché non ripartire con umiltà, senza pretese di effetti speciali, dall’incontro “semplice” con Dio nella preghiera? Perché? Perché la preghiera semina vita! In me, in te, in tutti: “La solitudine è dove Gesù ascoltava Dio. È dove noi ascoltiamo Dio. La solitudine è dove inizia la comunità” (Nouwen, 30).
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