“Stavamo meglio quando … “. Sicuro sicuro?

Qualcuno ogni tanto se ne esce con … “Stavamo meglio quando stavamo peggio”. E poi ti chiedi: “Sicuro sicuro che stavamo proprio meglio?

La storia di quel popolo che camminava verso la libertà e che nel cammino verso la meta si lamentava in continuazione perché non ce la faceva a sopportare la fatica che ogni liberazione comporta, in questi giorni è diventata un chiodo fisso (Domenica e lunedì a Messa). Ovviamente parlo del popolo biblico di Israele che voleva passare da SCHIAVO a LIBERO e che … durante l’esodo (non solo fisico, ma soprattutto mentale) assomigliava a quei bambini che in macchina dopo pochi minuti di viaggio iniziano a tartassare i genitori “uffa, ma quando arriviamo?”.

Vuoi uscire dal tuo guscio?

Ragioniamoci insieme: se voglio essere liberato davvero devo accettare di mettere in discussione non solo ciò da cui chiedo di essere sciolto, ma prima di tutto il mio modo di pensare. Sembra che Ippocrate abbia scritto che “Prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare“: della serie, “ok vuoi essere libero, ma ci stai ad esserlo fino in fondo?”.

Dovremmo ricordare più spesso che è necessario CRESCERE e non importa se capiterà di sbagliare (a meno che non sbagli apposta 🙁 ) … il problema dei miei sbagli è che spesso non imparo la lezione preziosa contenuta in ciascuno di essi.

Ed ecco a te … una storia, una parabola, una lezione sulla necessità di cambiare … imparando dalla vita!

Tanto tempo fa, quando il mondo era stato creato da poco, una certa aragosta decise che il Creatore aveva fatto un errore. Così fissò un appuntamento per discutere con lui la questione.

“Con tutto il dovuto rispetto”, disse l’aragosta, “vorrei protestare per il modo in cui hai disegnato il mio guscio. Vedi, non appena mi abituo al mio rivestimento esterno, ecco che devo abbandonarlo per un altro scomodo, e oltretutto è una perdita di tempo”.

A che il Creatore replicò: “Capisco, ma ti rendi conto che è proprio il lasciare un guscio che ti permette di andare a crescere dentro un altro?”. “Ma io mi piaccio così come sono”, disse l’aragosta.

“Hai proprio deciso così?”, chiese il Creatore. “Certo”, rispose l’aragosta. “Molto bene”, sorrise il Creatore, “d’ora in poi il tuo guscio non cambierà e tu continuerai a essere così come sei ora”. “Molto gentile da parte Tua”, disse l’aragosta e se ne andò.

L’aragosta era molto contenta di poter continuare a indossare lo stesso vecchio guscio ma giorno dopo giorno quel che prima era una leggera e confortevole protezione cominciò a diventare ingombrante e scomodo. Alla fine arrivò al punto di non riuscire neanche più a respirare dentro il vecchio guscio. Allora, con un grande sforzo, tornò a parlare al Creatore.

“Con tutto il rispetto”, sospirò l’aragosta, “contrariamente a quello che mi avevi promesso, il mio guscio non è rimasto lo stesso. Continua a restringersi sempre di più”. “No di certo”, disse il Creatore, “il tuo guscio potrà essere diventato più duro col passare del tempo ma è rimasto della stessa misura. 

Tu sei cambiato dentro, all’interno del guscio. Vedi, tutto cambia continuamente. Nessuno resta lo stesso, è così che ho creato le cose. La possibilità più interessante che tu hai è quella di poter lasciare il tuo vecchio guscio, quando cresci”.

“Ah…capisco!”, disse l’aragosta, “ma devi ammettere che ciò è abbastanza scomodo”. “Sì”, rispose il Creatore, “ma ricorda…

ogni crescita porta con sé la possibilità di un disagio… insieme alla grande gioia nello scoprire nuovi aspetti di te stesso.

Ma non si può avere l’una senza l’altra”. “Tutto ciò è molto saggio”, disse l’aragosta. “Se permetti, ti dirò qualcosa ancora”, disse il Creatore. “Te ne prego!”, rispose l’aragosta.

“Ogni volta che lascerai il tuo vecchio guscio e sceglierai di crescere, costruirai una forza nuova dentro di te. E in questa forza troverai una nuova capacità di amare te stessa e di amare coloro che ti sono accanto, di amare la vita stessa. È questo il mio progetto per ognuno di voi”.

Buona giornata e a presto!

ps: non vergognarti di condividere questa storia con una persona a cui vuoi bene e che pensi possa averne bisogno. Il Signore ti benedica. Ciao.

#lamiafedeedifferente

donO

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