Cercare per vivere

Cercare per vivere. Lo dico subito: da questa pagina di Vangelo trasuda una forza interiore che ti prende per mano e ti riporta al centro del cuore, lì dove tutto ciò che conta per te nasce ed è custodito e curato.

La pagina di Vangelo a cui mi riferisco è quella della Messa della seconda Domenica del Tempo Ordinario (anno B) dal Vangelo di Giovanni. Proviamo a leggerla insieme con calma (lasciati alle spalle la sottile tentazione di saltare il brano pensando che … “tanto so come va a finire”).

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse:

Ecco l’agnello di Dio!“. 

E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro:

“Che cosa cercate?”.

Gli risposero:

“Rabbì – che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?”. 

Disse loro:

“Venite e vedrete”.

Andarono dunque e videro dove egli dimorava e

quel giorno rimasero con lui;

erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse:

“Abbiamo trovato il Messia”

– che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro.

La forza interiore di cui parlavo all’inizio – e se hai ascoltato il Vangelo te ne sarai accorto – ci è donata prima di tutto da Giovanni Battista che indicando Gesù come l’Agnello di Dio ci fa capire che è Lui l’Atteso, Colui che chiarisce il senso della vita, Colui che ci dà l’opportunità di non sprecarla pensando solo a noi stessi. Giovanni non ha paura di lasciar partire (“perdere”) i suoi discepoli: a lui sta a cuore il loro cammino con Gesù.

Questi due discepoli, poi, alla domanda di Gesù rispondono con un’altra domanda.

Che cosa cercate? Già, cosa cerco? E mentre chiedo a Lui dove abiti, dove il suo cuore abbia casa e cosa abbia casa nel suo cuore, mi ritrovo

invitato e cercato.

Invitato e cercato per fare – ed è alla fine di ogni tunnel ciò che cerchiamo – un’esperienza di vera comunione con Lui (“rimasero con Lui”). Quel verbo, poi, “rimanere” che nel capitolo 15 dello stesso Vangelo di Giovanni Gesù usa per indicare l’unione tra la vite e i tralci quale conditio sine qua non per portare frutto. Una comunione che ti riempie il cuore e ti cambia la vita (pensa al cambiamento avvenuto in Andrea, fratello di Simon Pietro: fa esperienza, racconta/testimonia, conduce a Gesù: niente male come programma per il cristiano di ogni tempo, non credi?). A Pietro, viene dato un nome nuovo: ha scoperto la sua mission.

E veniamo a noi. Prova ad immaginare: quante volte aspettiamo una chiamata, un messaggio su Whatsapp, una notifica su Instagram da parte di qualcuno che … ok, ci siamo capiti! Qualcuno ha cominciato a fare i capelli bianchi nell’attesa … ed è in mezzo a questa estenuante attesa che ti accorgi che qualche volta stai cercando ciò che non ti aiuta a volare (anche se ci sei affezionato) e giunge l’ora di ascoltare quella fatidica e salutare domanda da parte Sua cosa stai cercando? per guardarti in fondo al cuore e dirti che “in fondo” (perdonami lo scherzo di parole) stai cercando di non vivere solo, che hai bisogno come l’aria di vivere oltre il confine del tuo cuore, ma in modo che ne valga davvero la pena, senza cercare – magari per la prima volta – alibi o scuse nel tuo repertorio. Gesù infatti ha quello che cerchi, ma devi muoverti: VENITE E VEDRETE.

E se non ti muovi non vedrai. Se cerchi scuse anche stavolta, tra poco inizierai a dare la colpa agli altri dei tuoi ritardi.

Per favore, risveglia la tua ricerca! Non aver paura di metterti in cammino, di tenere il cuore acceso.

Non c’è nulla di peggio di un sacco di giovani (leggi futuro) che non cerca più nulla, che si accontenta di qualche serie Netflix, di qualche partitella alla Playstation (magari a distanza con gli amici … una sorta di DAD ante litteram 🙂 )

Vuoi proprio vivere così?

Fidati, dopo esser rimasto con Lui, non lo chiami neanche più “Maestro”, ma – parlando di Lui – lo indicherai come il Messia, come Colui che è al centro della tua vita per perché io, tu e ciascuno di noi la viva come un bene ricevuto che trova la sua FORMA migliore quando diventa un bene donato (cfr. Nuove vocazioni per una nuova Europa).

Ti auguro di cuore di vivere con il cuore acceso per fare della tua vita qualcosa di stupendo per te e per gli altri!

donO

Postilla per chi ha a cuore il cammino dei giovani

Essere in forma(zione), dunque! Quale “forma di vita” abbiamo annunciato? Durante questo periodo inedito della pandemia e quando – speriamo presto – questa finirà, dobbiamo e dovremo chiederci quale è stato e quale sarà lo stato di salute della nostra nostra proposta formativa messa in atto. Cosa ha retto all’onda d’urto del lockdown e cosa, invece, è rimasto sotto le macerie? Da dove dobbiamo ripartire per non ripetere gli stessi errori? Me lo sto chiedendo e chiedo Aiutaci, Signore!

Quali sono i frutti di certi percorsi di “intrattenimento” che – anche inconsapevolmente – non hanno indicato Gesù come il Signore? A quanti cosiddetti formatori/educatori/animatori non è interessato annunciare Gesù perché “non c’entra”? Me lo sto chiedendo e chiedo perdono al Signore. Kyrie eleison! Onestamente qualcosa non quadra. E non da adesso!

Scopriremo prima o poi che per essere la famosa “Chiesa in uscita”, prima dobbiamo entrare per rimanere con Lui. E non avremo paura di perdere tempo nel fare questo: non è un obbligo, ma semplicemente una necessità. Parleremo di Lui se ascolteremo Lui, se guarderemo alla vita e alla storia con il suo sguardo di tenerezza e compassione.

Per carità … chi mi conosce sa che sono anche un gran giocherellone: resteranno negli annali gli scherzi al GREST o lo SchiumaParty in oratorio con i ragazzi della comunità parrocchiale. Appunto, della comunità! Non sono contrario in linea di principio al fatto che possa esserci anche una dimensione “ludica”, ma non può essere questa il motivo primo per venire in parrocchia. Cerchiamo Lui e cerchiamo il senso della nostra Vita insieme a Lui (=cercare per vivere). Seguiamo Lui, camminiamo con Lui, celebriamo la Sua misericordia, diventiamo comunità fraterna … e ci starà anche una gran bella mangiata all together.

«Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio» (Sant’Ignazio di Loyola)

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