Potrà sembrare un piccolo dettaglio senza particolare significato, eppure a me ha fatto parecchio riflettere. Nel testo della prima lettura della Messa di oggi si legge «Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”, ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra» (Ger 23,5-8).
Da cosa vorremmo essere liberi? Pensiamoci un attimo … Sicuri che, liberati da quelli che crediamo essere pesanti condizionamenti, abbiamo chiaro quale sia la nostra meta? Ho la vaga impressione che in questa situazione di smantellamento generale di tutti i legami, si resti soltanto sempre più soli. Niente di più.
In fondo, è facile criticare le guide se la fatica si fa sentire e non vogliamo farci i conti, addirittura è più facile costruirsi da sé un vitello d’oro e portarlo a spasso dove meglio si crede perché … ognuno deve essere libero di esprimersi. In tutto questo panorama gli altri dove sono? L’Altro (Dio) dov’è? Quale attenzione si potrà rivolgere alla sua chiamata, ammesso che gli si possa ancora concedere di chiamare qualcuno alla libertà non solo DA, ma anche e soprattutto PER?
Lungo i sentieri della libertà abbiamo bisogno di essere guidati. Per ammetterlo bastano un umile coraggio ed una coraggiosa umiltà.
Siamo disposti, allora, a permettere al Signore di essere per noi guida e liberatore?
“O Signore, guida della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè
nel fuoco di fiamma del roveto e sul monte Sinai gli hai dato la legge:
vieni a liberarci con braccio potente”.
#Diosempreconnoi