A Messa questa mattina abbiamo ascoltato la genealogia di Gesù Cristo con la quale si apre il Vangelo di Matteo (Mt 1,1-17): una lunga lista di nomi in cui compaiono nomi di “brave persone” e nomi di persone che … diciamo che non metteresti nella stessa lista delle altre.
Che ci fanno quest’ultime nel testo del Vangelo? Ebbene sì, anch’esse appartengono alla storia della salvezza, a quella storia in cui Dio si manifesta in mezzo a luci ed ombre umane, tra contraddizioni e sorprese, tra conflitti e riconciliazioni, tra dolori e gioie, tra tradimenti e ritorni, tra battute d’arresto ed entusiasmi … insomma, in tutto quello che l’umano sa esprimersi.
E mi stupisco ogni volta a pensare che Dio abita anche la storia di ciascuno di noi (nessuno escluso!) fatta di tutti quegli ingredienti lì. Abbiamo bisogno di imparare la via della saggezza, dell’integrazione del luminoso e del tenebroso che sono in noi; dobbiamo far pace con i nostri limiti e non esaltarci eccessivamente per le nostre potenzialità.
Saggio allora sarà chi imparerà a guardare con realismo divino-umano (in Cristo contempliamo proprio questo) alla sua storia accogliendone il mistero e riscoprendovi una Presenza mai venuta meno.
Ecco perché invochiamo il Cristo “Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo,
ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavità e con forza.
Vieni, insegnaci la via della saggezza”. Oggi più che mai!
#Diosempreconnoi