“Ma, Signore, io non ho una lampada da tenere accesa. Che faccio?”
Silenzio.
“Potresti tenere accesa la tua consapevolezza!”
Cioè?
Ho pregato con queste parole domenica scorsa quando l’annuncio evangelico ci ha indicato le 10 vergini come modello per l’attesa del Regno. Come sempre, ascolti una parabola per entrarci dentro ed uscire con una postura nuova di fronte alla vita. La tua vita.
Proviamo, allora, ad accendere la nostra consapevolezza su alcune questioni che possono davvero fare in modo che la nostra fede faccia la differenza.
La prima riguarda il fatto che siamo tutti “in attesa”.
Talvolta non sappiamo dire di cosa, non troviamo le parole giuste per dire l’oggetto dei nostri desideri … siamo esseri in attesa di pienezza. Di una pienezza che spesso pensiamo possa arrivare dal prossimo like su un post che abbiamo pubblicato o dalla notifica da parte di quella persona che ci sta particolarmente a cuore. Siamo cercatori di pienezza, di un upgrade nel nostro lavoro, di stabilità e serenità nelle relazioni …
Questa pienezza Gesù la chiama GIOIA:
“vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11)
ed è il frutto di una comunione autentica con Lui, di una realistica riconciliazione con se stessi e con gli altri.
L’altra consapevolezza riguarda proprio la gioia. Il contesto della parabola parla di uno sposo che si fa attendere (stavolta non è la sposa a far aspettare gli invitati) e si tratta, quindi, di un evento di gioia, di festa, di incontro. E potremmo chiederci: quand’è che abbiamo dimenticato che nel Vangelo, quel libro che non sfogliamo da tanto/troppo tempo, troviamo la mappa per quell’upgrade? Nel Vangelo ci sono i “sì” più belli ad una vita vissuta in pienezza, non sprecata, ma donata. L’orazione colletta di quella Messa ci ha fatto invocare Dio con parole speciali “Dio, voce che ridesta il cuore”, lo sveglia, lo rianima, lo accende.
Di questa parabola (al capitolo 25 del Vangelo di Matteo) mi colpisce il fatto che tra le righe risuoni la chiamata rivolta a tutti a riscoprire “la grandezza delle piccole cose”, di quelle cose apparentemente banali e spesso date per scontate che, invece, danno un sapore speciale alle giornate di ciascuno (la parola giusta, un piccolo gesto di cortesia, dire “grazie” e “scusa”, dare una mano senza aspettarsi nulla in cambio).
Nel testo si dice che le vergini sagge avevano dell’olio in piccoli vasi, ma non si sa come e quando se lo siano procurato. Non so a voi, ma a me quei vasetti fanno pensare a tutta quella fatica fatta nel nascondimento dello studio quotidiano, dell’allenamento fatto anche quando rimani solo, della fedeltà ai tuoi valori anche quando costa andare controcorrente, del proprio dovere compiuto pur tra mille difficoltà … Si cade lungo il percorso? Certo. Non è scritto da nessuna parte che tutto fili sempre liscio … dobbiamo anche essere consapevoli delle nostre fragilità, ma anche delle leve su cui contare per rialzarci e le braccia aperte di Cristo in Croce sono tra queste.
Lo ammetto, mi affascina un sacco il fatto che si possa vivere anche senza essere sotto i riflettori di qualche cellulare e di poter fare un passo in più verso quella pienezza che cerchiamo. Liberi sì, ma anche responsabili.
Un ultimo dettaglio: le vergini stolte arrivano in ritardo! Quanti ritardi nella nostra vita sono da attribuire solamente alla nostra responsabilità, alla nostra pigrizia e superficialità … Stai contando anche tu le occasioni perse per svoltare?
Quanti appuntamenti con il Signore sono saltati perché siamo distratti, frettolosi, dispersi?
Le vergini sagge della parabola, a differenza delle stolte, stanno sul pezzo:
1. Sono consapevoli del loro compito (accogliere lo sposo con la lampada accesa e se la lampada si spegne … qualcosa non va);
2. Sono intelligenti (vs superficiali)
3. Non fanno le cose “tanto per”, ma “tanto da”
4. Sanno che il loro lavoro nascosto non è inutile, anzi
5. Ancora una volta mi ricordano che è importante andare avanti con l’umiltà del discepolo e la serietà di un professionista (vedi il post su Instagram).
Ed eccoci qui: quale sarà il tuo prossimo passo verso la pienezza che stai cercando?
Fermati, prega, vivi!
Ti abbraccio