8784 ore e un cuore da risvegliare

8784 ore e un cuore da risvegliare

by donO
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Rifletti sul tuo anno passato e scopri come trasformare gli errori in opportunità di crescita. Un viaggio alla scoperta del significato del tempo e della vita.

Chi non si è mai chiesto cosa ha fatto di se stesso negli ultimi 366 giorni? Un anno bisestile, 8784 ore a disposizione. Un bel po’ di tempo, no? Ma cosa ne abbiamo fatto?
Ricordo quando ero più piccolo e il tempo sembrava infinito. Ora, invece, corre più veloce di un treno in corsa. Ma fermiamoci un attimo e pensiamo a cosa abbiamo messo in tutte quelle ore. Abbiamo inseguito i nostri sogni? Abbiamo coltivato la nostra fede? Abbiamo amato di più? O ci siamo semplicemente lasciati trasportare dalla corrente?

Ammettiamolo: a volte ci sentiamo un po’ persi. Tutti commettiamo degli errori e ci sono momenti in cui vorremmo tornare indietro e cambiare qualcosa. Ma invece di crogiolarci nei rimpianti, perché non trasformare questi errori in un’opportunità per crescere?
Se penso a quanto di bello ho provato a costruire (anche quando non ci sono riuscito) e ho ricevuto in questo anno … posso dire grazie: spesso ci concentriamo su ciò che non abbiamo, ma è urgente imparare ad apprezzare ciò che abbiamo.
Se ricordo le occasioni sciupate o l’aver concesso fin troppo spazio a condizionamenti e pigrizia, devo sinceramente chiedere perdono e decidere di mollare le zavorre che feriscono la mia comunione con Dio e con gli altri e che creano confusione in me stesso.
Infine, se accolgo lo sguardo di Dio su di me (ed è tanta roba!), posso scegliere di impegnarmi a camminare ancora e meglio: anche le piccole azioni possono fare una grande differenza!

L’anno che comincia tra poche ore sia accolto dalle mani di Dio come la possibilità di vivere per quella pienezza che l’Incarnazione del Figlio di Dio ci ha fatto conoscere quando ha scelto di condividere il cammino dei nostri giorni con noi: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Anche il Giubileo che stiamo vivendo rappresenta un invito a ripartire con rinnovato entusiasmo, portando la luce di Cristo nel nostro vissuto quotidiano.

Scriveva qualche settimana fa Alessandro D’Avenia sulle pagine del Corriere che “La parola “Avventura”, come riassume bene il filosofo Giorgio Agamben in Avventura, viene «dal latino classico e cristiano adventus (l’avvento di un principe o del messia) o da eventus, in ogni caso il termine designa l’accadere a un certo uomo di qualcosa di misterioso o meraviglioso, che può essere tanto positivo che negativo». Infatti aventure indicava in francese antico il romanzo cavalleresco medievale, la storia di qualcuno che diventa uomo («umano») attraverso un rischioso percorso di esperienza e conoscenza di sé e del mondo. Avventura era quindi nascere, diventare se stessi, trovare il sacro (mistero e meraviglia) della vita, cioè ciò che in essa non muore, il motivo per cui ciascuno di noi è qui”.

Quindi doniamoci un attimo di tempo!

Ringraziamo per ciò che abbiamo ricevuto e chiediamo perdono per gli errori commessi e impariamo dagli stessi
Stabiliamo delle priorità e fissiamo degli obiettivi e, magari, impariamo a dire di no a ciò che ci distrae
Coltiviamo la nostra vita spirituale e apprezziamo le piccole cose
Diamo il nostro piccolo contributo per costruire il “noi”
Iniziamo con piccoli passi e cerchiamo di essere costanti nell’impegno
Facciamo spazio all’amore di Dio nella nostra vita e contiamo sempre sulla sua grazia e sulla sua misericordia

L’inizio di un nuovo anno è un’opportunità per ripartire da capo, per abbracciare il futuro con speranza. È un invito a diventare la migliore versione di noi stessi.

Cosa ti auguro, caro lettore?

Come ho detto alle famiglie della mia comunità domenica scorsa, in un tempo come il nostro, auguro a ciascuno di sperimentare nella sua vita la grazia del “noi” e di sentire sempre più vicino al suo il cuore di Dio sperimentando la sua presenza.

Buon cammino.

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