Lo straordinario fascino dell’ordinario

Lo straordinario fascino dell’ordinario

by donO
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Prendi la tua giornata tipo, da quando ti alzi a quando vai a dormire la sera (o la notte).

Fatto?

Pensa a tutte le cose che fai ogni “santo” giorno.

Fatto? (mi sembra una puntata di Art-Attack)

Rifletti un attimo: quante di queste cose colleghi a Dio e al fatto che sei cristiano? C’è un qualche legame?

Già fatto? Non correre! Un’operazione di questo tipo richiede qualche secondo in più.

 

E ora seguimi nel ragionamento.

 

Conclusosi il tempo di Natale con la celebrazione del Battesimo del Signore (ad un mio amico prete qualche parrocchiano ha chiesto “i complimenti” 🙂 per festeggiare il lieto evento ), da oggi comincia il percorso feriale del tempo liturgico “ordinario”Non si tratta di un tempo da vivere sottotono o, peggio, pregando di meno perché non ci sono fioretti da fare o impegni particolari di carità da assumere, anzi! Qualcuno prima o poi dovrà spiegarmi perché “ordinario” nel nostro immaginario è diventato “scontato”, “non meritevole di particolare attenzione”.

A me questo tempo piace particolarmente perché già all’inizio si presenta come un cammino da compiere dietro il Signore perché quando c’è Lui il Tempo acquista senso. Oggi a Messa ascoltiamo e meditiamo sui primi passi di Gesù e dei discepoli dietro di Lui su suo invito e in una cornice ben definita: “Il tempo è compiuto e il Regno è vicino”.

” 14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». 16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui”.

In questo brano ci sono parole che profumano di novità, di rinnovata consapevolezza del valore prezioso del tempo, di un silenzio necessario per riconoscere tra i rumori della vita quotidiana nei posti di ordinaria passione (in tutti e due i sensi) quella voce che invita a fidarsi, a lasciare tutto e ad andare dietro a Lui per diventare (verbo “magico”) pescatori di uomini.

Sì, non si nasce imparati! Anche nella fede! E lì si impara che “la sequela evangelica è diversa da tutte quelle sequele che invitano invece a separarsi e a rinchiudersi” (B. Maggioni). Poiché – lo ha ricordato a tutta la Chiesa Benedetto XVI nell’omelia per l’inizio del suo pontificato – “Essi (i Padri della Chiesa, ndr) dicono così: per il pesce, creato per l’acqua, è mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento vitale per servire di nutrimento all’uomo. Ma nella missione del pescatore di uomini avviene il contrario. Noi uomini viviamo alienati, nelle acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscurità senza luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta nello splendore della luce di Dio, nella vera vita. E’ proprio così – nella missione di pescatore di uomini, al seguito di Cristo, occorre portare gli uomini fuori dal mare salato di tutte le alienazioni verso la terra della vita, verso la luce di Dio. E’ proprio così: noi esistiamo per mostrare Dio agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita. Solo quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa è la vita”.

Ecco, a me piace pensare che questo tempo ordinario è abitato dallo straordinario di Dio che si fa presente nelle piccole cose e ci affida gli uni agli altri per aiutarci a scoprire ogni giorno la bellezza della sua chiamata e della sua missione.

 

E ora riprendiamo l’esercizio dell’inizio.

Rifletti un attimo: quante di queste cose colleghi a Dio e al fatto che sei cristiano? C’è un qualche legame? Sì, un legame c’è perché non siamo cristiani part-time e le nostre piccole grandi azioni di ogni giorno possono contribuire ad edificare il Regno.

Pensa a tutte le cose che fai ogni “santo” giorno. È proprio il sapere che ogni giorno – anche quello più storto – può essere “santo” ci fa andare avanti perché non siamo soli!

E ti starai chiedendo “perché dovrebbe essere affascinante l’ordinario?” Perché Dio ti dà carta bianca per fare delle tue piccole grandi azioni di ogni giorno una risposta al suo Amore. Ti pare poco?

Buon cammino!

 

donO

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