Domenica della gioia, Domenica Gaudete secondo il modo proprio della liturgia di chiamare questo giorno particolare.
Domenica in cui – per riscoprire la gioia vera dentro di noi – non dobbiamo aver paura di rivolgere a Gesù la stessa domanda postagli dal Battista: Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
Qualcuno potrebbe obiettare che questa domanda non ci riguarda, che la vita non ci presenti mai occasioni per porci questioni di questo tipo. Eppure … se ci si pensa un attimo, si scopre che di fronte alle storture palesi davanti ai nostri occhi, di fronte al male dilagante nelle sue diverse forme, ti rendi conto che la gioia non riguarda l’assenza di “picci”, ma la consapevolezza di essere tra quei poveri a cui è annunciato il Vangelo: Dio – nonostante i tuoi peccati – ti ama e non vuole che tu butti la vita nel cesso (scusate il francesismo).
Mons. Lambiasi ha scritto: “E se Cristo è veramente risorto, come mai le cose sembrano andare sempre per lo stesso verso? La risposta del vangelo è netta: il male viene dal Maligno, non può venire da Dio, il Benigno e Misericordioso; la vittoria riportata da Cristo sulla morte è stata decisiva, non definitiva. Di conseguenza la domanda vera riguarda non il perché del male, ma il come vivere nella storia, dove il bene e il male crescono insieme“. La gioia non puoi aspettarla come se non ci fosse già nelle piccole cose di ogni giorno proprio come ha messo in evidenza Papa Francesco nella sua lettera sul presepe Admirabile signum: parlando della gente comune che viene messa nel presepe l’ha descritta così: «Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano…: tutto ciò rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina».
Carissimo, Carissima,
da #mainagioia a #dattinamossa non è solo un programma di parole al vento, ma il passaggio (un esodo) da una prospettiva in cui tutti sono buoni a lamentarsi ad una in cui per cambiare le cose non hai paura di cominciare prima da te.
Non aspettare che piova, datti da fare, non lasciarti battere in generosità … vinci la pigrizia e la mediocrità erette a sistema, lasciati stanare dal paese dei balocchi dove sei finito senza accorgertene e pensi di non farcela a venirne fuori, tira fuori il meglio di te! E se dovessi pensare di non farcela, fai il primo passo. Ti stupirai nello scoprire che non sei solo, you are not alone. E qui sta la sorgente della GIOIA vera: Lui, nonostante tutto, non mi molla!
Buona novena di Natale.
donO