FALLO TU. Un imperativo per cominciare il nuovo anno con il piede giusto.
Ebbene sì! Siamo alla fine dell’anno e, come al solito, è tempo di fare bilanci, di tirare le somme, di guardarsi indietro con gratitudine, ma anche con umile ed onesta consapevolezza dei propri errori, non permettendo che questi ultimi prendano il sopravvento e spengano i desideri di bene per il nuovo anno che sta per cominciare.
Abbiamo realizzato tante cose, alcune son venute bene, altre un po’ meno. Ma almeno ci abbiamo provato. E quelle due parole in alto – “fallo tu” – ci hanno stimolato a non perdere un’occasione, a provarci e qualche volta anche a riuscirci, a non salire sul treno di chi “tanto una scusa si trova sempre!” [Breve psicodinamica della scusa: 1) so che tocca a me; 2) rispondo di no; 3) do la colpa a qualcun altro].
Comunque sia, di tutto questo – per quanto ci è stato donato e di come lo abbiamo accolto o meno – possiamo solo essere grati a Dio che nella sua fiducia verso ciascuno, ci ha aiutati a tenere viva quella in noi stessi.
Ma iniziando un nuovo anno … non bastano solo i buoni propositi o i rimpianti (che, peraltro, non possono durare sempre). Sicuramente le due paroline dell’inizio possono aiutarci a darci una svegliata: fallo tu! E allora …
ogni volta che ci siamo messi a criticare qualcuno perché ha fatto qualcosa che noi non abbiamo fatto, rispondiamoci da soli: “fallo tu”.
Per tutte quelle volte che, per dirla in maniera elegante abbiamo pensato di aver capito senza conoscere – ovvero abbiamo parlato senza sapere i fatti -, per tutte le volte che non abbiamo visto bene e ci siamo accontentati della nostra infallibile prima impressione (che magari è solo istinto naturale di dire sempre qualcosa e non saper fare silenzio) e abbiamo detto “Per me è un no” … ripetiamo più volte a noi stessi “Fallo tu se ne sei capace”.
Ogni volta che abbiamo sparato a zero su chi la pensava diversamente da noi, ma ci stava dando l’anima e ci stava mettendo tutta la passione di cui era capace per fare qualcosa che noi non stavamo facendo, ancora una volta sussurriamo a noi stessi “fallo tu”.
Ogni volta che qualcuno nel bene o nel male stava provando a fare qualcosa, e noi in maniera anonima (perché il coraggio non ce l’abbiamo mai di parlare in faccia quando entra in gioco la nostra miseria) abbiamo sparlato su Facebook o sui nostri stati di Whatsapp o nelle nostre “storie” di Instagram o abbiamo spettegolato a più non posso lanciandogli addosso solo tanto fango e giudizi sommari senza contradditorio, bisbigliamo di nuovo a noi stessi “allora fallo tu”.
Se della vita degli altri pensiamo di sapere tutto e per ogni cosa abbiamo pronte tante belle prediche e discorsi, fantastiche teorie e soluzioni per la vita di tutti, non ci siamo accorti che probabilmente “tutti stanno facendo la loro parte”, tranne noi.
In questo momento, non domani, ora, “fallo tu” è un imperativo da non scansare.
Tutte le volte che avremmo voluto studiare, impegnarci di più, produrre di più, pregare di più, fare nuove esperienze, non sciupare il tempo, e ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano, ora alla fine dell’anno diciamoci: “Avrei dovuto farlo IO”.
Se ci sentiamo offesi da questo discorso probabilmente è perché non ci piace una radiografia così poco gradevole del nostro cammino. In fondo, ce lo siamo detti tante volte, qui non siamo tra giudici di Masterchef dove qualcuno guarda gli altri che cucinano e spesso spara a zero sul loro lavoro.
Ecco perché “fallo tu” può essere la stella polare del tuo cammino nei giorni e nei mesi che verranno.
Tutto questo discorso nasce dalla consapevolezza preziosa ispirata da un genio del quotidiano:
«Agisci come se tutto dipendesse da te,
sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio»
Sant’Ignazio di Loyola
Buon anno. Te lo auguro di cuore! Il Signore ti benedica.
donO
Il Signore parlò a Mosè e disse:
«Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo:
“Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò». (Nm 6,22-27)